D'in su la vetta della torre antica Brancaleon da Norcia scruta lontano
per carpir d'onde provien cotanto frastuono,
che toglier gli fa lo sonno.
"Fa ch'io possa acchiapparne almeno uno di vil marrano
così da sfascirgli a suon di calci il deretano"
Imbracata l'armatura, sellato lo cavallo,
colorato in vero in modo assai strano di un giallo zafferano,
cavalca così verso la Baia deciso a menar fendenti a destra e a manca
pur di por fine a quel baccano.
Ma ivi giunto dentro lo villaggio, l'ira sua funesta si placa all'istante,
per ciò che gli occhi sui vedon al presente.
Un nugolo di genti d'ogni razza e colore applaude ilare festante,
una compagnia di musici, saltimbanchi, nani e danzanti che rotean, cantan e ballano
in ogni dove.
Oh che maraviglia di paese è mai codesto, dove li conigli parlan e li fiori pure
...ma or lo sguardo dello calvalier è rapito dalle movenze di una giovin pulzella
che li balli d'oltre ocean agli altri impara, tanto che a lui par di riveder in ella l'amata Matelda.
Gettate corazza e spada giù dal dirupo , lo cavalier si immerge nella vasca gorgogliante,
si rifocilla poi alla taverna , ove delizie del palato di ogni genere gusta.
D'ora in poi basta pugnare, basta guerre è a questa armata che a me voglio unire.
Così quando per le strade delle nostre città il lo inno udiremo , sapremo subito a chi pensare
L'allegra armata di Brancaleon che vien dal mare.."Branca Branca Branca , Leon Leon Leon
Fiuu Buum !
E LO CASTELLO ?
Rimasto ormai vuoto a galleggiar sul mare , a tutti noi pare stia lì a rimembrare,
non servon lotte, guerre o battagliare, per essere felici basta poco, un riso , un canto
un lazzo e tanto amore.
21 Luglio Anno Domini MMXII
