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Born in 1964



…Alla fine tentò d'immaginare la sua sorellina nel tempo in cui sarebbe diventata donna: avrebbe conservato attraverso gli anni più maturi il cuore semplice e affettuoso di adesso? Chissà se un giorno avrebbe raccolto intorno a sé altre bambine per far sì che i loro occhi brillassero come stelle al racconto del suo (ormai tanto lontano) viaggio nel Paese delle Meraviglie. Chissà se avrebbe saputo partecipare ancora con lo stesso cuore ai loro piccoli dispiaceri e alle loro semplici gioie nel ricordo della sua vita di bambina e dei suoi felici giorni d'estate. Lei era certa che Alice ne sarebbe stata capace. (Lewiss Carroll, 1865, Alice’s adventures in wonderland )

Ci sono luoghi che sono sempre stati lì ma ad un tratto diventano magici…



Forse è un caso che capiti di pensare al tuo professore delle medie , era della stessa città dove ora vivi chissà dove sarà .Ci spiegava delle cose ma in un modo diverso dagli altri , ci insegnava riconoscere le stelle il …. nostro Capitano o nostro Capitano.

Forse è un caso che il tuo piccolino il giorno della sua prima confessione decida di farla in quel paese dove anche tu andavi a scuola, in quella chiesa dei Frati Saveriani dove andavi verso il finire della scuola a giocare a pallone chissà dove sarà ora quel pallone ?

Forse sarà un caso che ogni tanto ti capiti di pensare ai tuoi compagni di scuola delle medie , chissà dove saranno ora ?

Poi un giorno arriva una telefonata, “c’è al telefono di una tua compagna di classe delle medie” dice la mia collaboratrice “ciao sono Maria”… ho appena cambiato gestore telefonico e penso ad un errore non può essere ! E invece è proprio lei la riconosco la voce è identica a quella che avevo lasciato trentasei anni prima con l’impegno di rivederci quella stessa estate, ma non successe chissà perchè ? Mi invita per la sera stessa a riunirci con tutti i compagni delle medie nati nel 64, e subito memoria va a quei momenti , immagino chi ci sarà , come sarà .

La giornata passa in fretta soliti problemi che mi fanno staccare all’ultimo, non vorrei arrivare in ritardo, saluto a casa e mi avvio . Lungo la strada sento un sensazione, la riconosco, è la stessa della domenica mattina quando sto per arrivare in qualche paesino o città dove c’è un corsa alla quale di li a poco parteciperò, credo sia adrenalina o roba simile. Passo davanti alla mia vecchia scuola , ora ci sono i gli uffici e ambulatori della USL, nella mia classe ci lavora mi sorella…forse è un caso.

All’ingresso della festa riconosco il primo compagno, Remo ci salutiamo increduli entrambi di quello che sta succedendo, e ci dirigiamo all’interno , guardo alcuni visi, che riconosco e ci salutiamo, altri proprio no ma poi guardo meglio i loro occhi, e ascolto la loro voce, la loro anima non è cambiata sono proprio loro. La prima ora passa alla davanti ad un improvvisato happy hour ciascuno alla ricerca dei compagni rovistando nella memoria per ricordane il nome, proprio non volevamo entrare , avremmo voluto che quella emozione durasse il più a lungo possibile , più volte richiamati all’ordine da una ragazza con tanto di megafono.

Durante la cena , ci raccontiamo tanti ricordi , tante storie di scuola riemergono e improvvisamente scopri che le che persone sedute a quel tavolo non sono li per caso, sanno cose che solo tu e loro potete conoscere, scopri che sono sempre state con te . Quella volta in cui ti sentivi solo e disperato loro c’erano, quando hai fatto il primo lancio loro c’erano, quando hai detto il tuo si erano li con te, quando sono nati i tuoi figli, perchè noi siamo chi incontriamo lungo il nostro cammino e se lo incontriamo non è mai per caso.

Dopo le foto di rito che un simpatico fotografo-cappelaio matto di uno studio del paese di Wondeland ci scatta ci si dovrebbe lasciare , ma nessuno ne ha voglia, vorremmo tutti ritardare il più possibile quel momento tanti ciao tanti abbracci ma nessuno se va, nessuno ha voglia di staccarsi da quel pezzo di se stesso da cui per tanti anni è stato lontano.

Ci si incammina verso le auto con Corrado e Paolo, è una bella serata di maggio si vedono le stelle, ma guardando verso sud una brilla in modo strano , è certo che sono i riflessi di un vecchio telescopio con il quale un professore sta guardando verso questo paese delle meraviglie, proprio qui verso questo piccolo campo sportivo dove ci sono alcuni suoi allievi.
Alziamo la mano e salutiamo, Ciao Prof.

Arrivo all’auto proprio li davanti c’è un vecchio pallone scolorito , come ci sia finito non lo so , lo guardo ed sicuramente quello con cui giocavamo tanti anni prima dai Frati. Lo prendo e lo calcio via , sparisce tra gli alberi nella notte chissà quando lo ritroverò.


San Pietro in Vincoli alias Wonderland 28/5/2014